La giornata di domani potrebbe essere letta come la perfetta rappresentazione del momento che stiamo vivendo.
Infatti, a livello “domestico” si riunirà il Consiglio dei Ministri (probabilmente uno degli ultimi prima delle elezioni del 25 settembre) per varare i nuovi provvedimenti, in aggiunta al precedente Decreto Aiuti, in soccorso di aziende e famiglie, mentre a Francoforte il Comitato Direttivo della BCE deciderà il nuovo aumento dei tassi, con le attese posizionate ad un probabile + 0,75% (anche se qualche “falco” spinge verso un clamoroso + 1%).
Le mosse del Governo Draghi si muovono su 2 direttrici: oltre al nuovo piano di aiuti, stimato in circa € 13MD (previsti crediti di imposta per le imprese, sussidi per piccole medie imprese più colpite dall’aumento delle bollette e in crisi di liquidità, vendita a prezzi ribassati dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, rateizzazione delle bollette per i ceti sociali più bassi e potenziamento dei bonus sociali alle famiglie più in difficoltà, oltre, se i soldi basteranno, 2 mesi di Cassa Integrazione scontata. Le fonti di approvvigionamento, dato per certo il no di Draghi a scostamenti di bilancio, che verrebbe letto in maniera molto negativa dai mercati e molto criticato dai partner europei (e dalla Commissione Europea), saranno gli extra-profitti delle aziende operanti nel settore energetico: quasi certa la loro riscrittura, e per modificarne le aliquote e, soprattutto, per metterli al riparo dalla incostituzionalità, visti i numerosi ricorsi al TAR da parte delle aziende interessate.
Insieme al nuovo decreto verrà varato, dal Ministro della transizione ecologica, un piano di risparmio energetico piuttosto dettagliato, con l’obiettivo di arrivare ad un risparmio, da qui a marzo 2023, almeno 5,3MD di metri cubi di gas. Numeri probabilmente ottimistici, per raggiungere i quali tutti dovremmo mettere in atto comportamenti virtuosi piuttosto lontani dal nostro standard di vita, che denoterebbero un senso civico inusuale per il nostro Paese, anche se è vero che “tiriamo fuori” il meglio di noi nei momenti più difficili. Rimane il fatto che risparmiare 5,3MD di mc3 su un consumo complessivo stimato tra i 25 e i 30 MD di mc3 è un impegno notevole per chiunque. Ma la situazione non concede molte alternative: in condizioni “normali”, l’incidenza della bolletta, per una famiglia con un reddito medio, si aggirava intorno al 5%. Ora siamo già al 10%, ma molte sono quelle con redditi più bassi che sono ormai al 20/30%. L’illuminazione domestica vale circa il 10% dei consumi elettrici; quella pubblica un altro 5%. Nel suo insieme, l’elettricità vale circa 1/4 dei consumi energetici totali, con il riscaldamento, i trasporti, le attività produttive che pesano per circa il 75%. Un motivo in più per essere piuttosto scettici sul raggiungimento dei numeri proposti dal Ministro Cingolani: già un risparmio di 3 MD di mc3 potrebbe essere considerato un buon risultato.
Rimane il fatto che la Russia, nei primi 6 mesi dall’invasione dell’Ucraina, ha visto affluire nelle proprie casse circa € 85 MD (in tutto il 2019, anno pre-Covid, erano stati 113MD), con la Germania che si confermava primo importatore, con € 19 MD. Un numero che aiuta a comprendere la resistenza, fino a qualche giorno fa, del Governo di quel Paese all’introduzione del price cap al gas. Va anche detto, però, che negli ultimi 2 mesi abbiamo assistito ad una drastica riduzione dei flussi finanziari, in calo del 35% rispetto ai primi mesi dell’anno, con un trend in ulteriore riduzione, frutto sì della riduzione delle importazioni per la volontà dei vari Paesi di “emanciparsi” dalla dipendenza russa, ma anche per l’efficacia che le sanzioni cominciano a dimostrare.
Tra oggi e venerdì, comunque, i 27 Paesi membri UE dovrebbero assumere decisioni fondamentali per arginare il prezzo del gas. Tra le altre, la possibilità che il Ttf (Title Transfer Facility, il mercato di riferimento, ad Amsterdam, per le contrattazioni del gas europeo) venga assoggettato al controllo dell’Esma, l’autorità Europea che sovrintende alla “supervisione” finanziaria delle piazze finanziarie.
Ancora una giornata difficile per i mercati americani, con il Nasdaq arrivato alla settima chiusura negativa di seguito (un trend iniziato con le dichiarazioni di Powell a Jakson Hole in merito all’austerità monetaria che la FED intende portare avanti). La mattinata asiatica sta per concludersi con il Nikkei e Hong Kong che evidenziano cali rispettivamente dello 0,71% e dell’1,34%, mentre Shanghai cerca di tenere la parità.
Futures vicini alla parità in USA, mentre sembrano più deboli in Europa, con l’Eurostoxx che segnala un – 0,77%.
In ripiegamento il petrolio, con il WTI a $ 85,77 (- 1,39%).
Gas naturale Usa che torna a $ 8 (8,035. – 1,38%).
Tiene i $ 1.700 l’oro, per quanto debole (1.700,30, – 0,28%).
Spread a 233 bp, con il BTP di nuovo vicinissimo al 4% (3,96%).
Bund a 1,63%, mentre il Treasury arriva al 3,35%, massimo dallo scorso giugno, con il biennale fermo al 3,50%, mentre il trentennale arriva al 3,48% (quindi il 2 anni rende appena 2 centesimi in più, con una “curva” assolutamente “piatta”).
€/$ a 0,9909, minimo da circa 20 anni.
In forte calo il bitcoin, scambiato a $ 18,829, – 5,30%.
Ps: è finita ieri l’avventura di Sinisa Mihajlovic al Bologna. Una storia umana che ha toccato un po’ tutti, anche coloro che non seguono lo sport e in particolare il calcio. Nel 2019, all’inizio della stagione calcistica, aveva annunciato di essere malato di leucemia. Nonostante ciò, aveva guidato la squadra, addirittura tornando in tempi record in panchina, per poi sottoporsi al trapianto del midollo. A marzo di quest’anno una nuova ricaduta, che lo ha costretto a nuove cure. L’esonero è avvenuto, peraltro, per risultati che la società (a controllo americano) non ritieni soddisfacenti. In bocca al lupo Sinisa, vero hombre vertical.